lunedì 19 marzo 2012

6 madrigali su anima e sfiga

D’accordo, al mondo c’è anche di peggio:
le sfighe che fin qui mi son successe
erano e sono in parte risolvibili e
qualcuna si è risolta in un passaggio;
ma altre no ed han lasciato impresse
ferite gravi ormai non più guaribili.
D’accordo che bisogna aver coraggio
e non lasciarsi andare all’insuccesso
ma la sequenza è lunga, il male grosso,
e ormai non è più marzo, aprile o maggio.

Provarci e riprovarci ancora e sempre
doveva essere e finora è stato
il mio leitmotiv, e non l’ho cambiato
però non è che sia servito a molto:
ho ancora tanto, troppo d’irrisolto
e in vista non ci sono grandi imprese.
Anzi, questa è una strada a luci spente
dove non passa un cane, il tempo è poco
ed io mi son stufato ormai d’un gioco
in cui per ben che vada son perdente.

Ed anche star qui a comporre poesie
non m’è d’aiuto oltre un certo livello:
ero troppo abituato a fare il bello
e il cattivo tempo nonostante tutto
ciò che mi è capitato. Troppo brutto
gestir vuoti, paturnie, ipocondrie
troppo amaro muginar sulle perdite
se ogni fibra di muscoli e cervello
non chiede che d'interrompere il rovello
e ributtarsi in cerca di rivincite.

Ma sempre meglio del vuoto assoluto
di cui è fatta la giornata tipo
di un disoccupato “obtorto collo”
è il ricercar, fuor dell’anacoluto,
qualche verso che dia senso finito
al proprio inutile e forzoso stallo.
Per questo frugo ed assembro parole
che sfoghino e ricreino emozioni
che in questo periodo di costrizioni
mi pressan forte tra anima e cuore.

Per questo stresso il mio cuor derelitto
non più votato che al risentimento
per quest’inane e insistito tormento
che mai non finisce. Cuore sconfitto
in troppe battaglie, animo d’uomo
prostrato, anche se ancora non domo,
che ringhia e scalcia e sproloquia eresie
per liberare il veleno che ha dentro;
ma anche che legge e compone poesie
per conservare il suo bene e il suo centro.

Arriverà, prima o dopo, il momento
che la rea sorte, spero, girerà
verso altri posti, altre ignare figure
puntando, e forse riavrò quell’incanto
che m’ha ispirato e che m'ispirerà
nell’intraprendere nuove avventure.
Arriverà non so quando e con chi
ma deve sempre trovarmi in campana
pronto a sfruttar l’occasione e far si
che la mia vita non sia stata vana.

1 commento:

  1. Versi che trovo molto amari e a tratti malinconici. Un vissuto forse fatto a pezzi da un destino avaro di promesse e generoso di illusioni. Ma mutevole è il destino e nella chiusa non manca la speranza.
    Versi molto significativi ed apprezzati
    Ciao Mauri

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